Figure misteriose: la Patrina di Forlì

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Simboliche figure

Simboliche e misteriose figure popolavano la Forlì antica … Tanto per chi non la conosce, intendo quella Forlì raggiungibile adornata di acqua dalle vie,  aria dai colli, terra fertile dagli orti e fuoco naturale dal sottosuolo.

Figure essenziali la completavano e la vivevano, le stesse che facevano girare i mulini, battere i metalli, conciare le pelli, vendere il pesce, costruire le case e governare la città… Erano figure che vedevi, perché ne coglievi il prodotto, il lavoro …. erano figure di una trasparenza tale che potevi solo nutrirti della loro energia …

Magiche.

Una di queste era la Patrina …

La trovavi sempre nello stesso posto, nella vecchia Chiesa di San Biagio in San Girolamo, sotto il porticato … vendeva mentine, cioccolatini, liquirizia, quel po’ di tutto che allietava le risate dei bambini e le giornate dei grandi… In estate proteggeva il suo venduto dalle fastidiose mosche che ne volevano l’assaggio (senza pagarle il dovuto!) e d’inverno scaldava col fuoco delle caldarroste e coi suoi colori.

Missirini diceva che per la gente ricca ma piatta le persone avevano solo due dimensioni: chissà come mai allora io adesso ne vedo 3  …  sarà che viviamo l’epoca della stampa a 3D !!

Dicono anche che la patrina sia morta prima dei bombardamenti del 1944, ma ho scoperto che quello che dicono in fondo non conta.

Conta quello che vedi e che sei in grado di vedere.

Io per esempio questa patrina la vedo ancora tutti i giorni, bella dritta e fiera di fronte alla Nuova Chiesa di San Biagio. Ma la vedo anche nascosta dietro le porte delle vecchie case del Centro Storico che delicatamente si aprono a mostrarne il loro interno. La sto vedendo salutare e sorridere, la sto vedendo camminare con le sportine piene di acquisti…. La sto vedendo anche gioire e riempire le giornate degli uomini, la sto vedendo lavorare e produrre con la gioia nel cuore. La sto vedendo camminare coi tacchi sui ciottoli, la sto vedendo rendere omaggio alla sua stessa vita, qualunque essa sia.

La sto vedendo rispondere alla gente, parlare, girarsi di sbieco quando è offesa. La sto vedendo attaccata alla sua professione, nascosta dietro una scrivania.

La sto vedendo alzarsi tutte le mattine per fare, da sempre e per sempre, tutte quelle cose che deve fare, volente o nolente. La sto vedendo senza trucco, perché sempre è bella.

Lei è simbolo e riferimento di qualcosa che non c’è più ( San Biagio in San Girolamo) o forse c’è …. ancora dietro quella porta che non sempre è aperta. E non lo deve essere.

Patrimonio della città e della comunità.

Lei era ed è misteriosa al punto tale da non volerle dare un’età ed un nome, ma l’appartenenza la si conosce sempre … lei era ed è patrimonio della città e della comunità tutta.

In fondo basta guardarla negli occhi per capire chi è, perché avere un’identità è per tutti cosa fondamentale quanto per me firmare questo articolo.

Alessandra ( Sandra) Sbaraglia

Articolo frutto della continua e sorprendente rilettura della ” Guida raccontata di Forlì”, seconda edizione, scritta dal Giuliano Missirini (quel bandito che mi ha rapito il cuore), rif. pagine 80 ed 81